mercoledì 13 gennaio 2021

The wet side of the moon - Roberto Battiston, 12/01/2021

Conferenza organizzata il 12 gennaio 2021 dal Collegio Borromeo di Pavia sulla piattaforma Zoom, è tenuta dal fisico Roberto Battiston, docente di fisica sperimentale all'Università di Trento.

Ecco il link al video:
video conferenza completo

Battiston, uno dei maggiori esperti di raggi cosmici, è specializzato nel campo della fisica fondamentale e delle particelle elementari.
E' stato presidente dell'ASI (Agenzia Spaziale Italiana) dal 2014 al 2018.

Il titolo della conferenza - che si è svolta sulle note dell'album dei Pink Floyd "the dark side of the moon" - si rifà alla recente scoperta di riserve d'acqua sul nostro satellite (e su Marte).



Le tecniche che hanno permesso tale scoperta sono legate all'uso di radar in grado di misurare precise lunghezze d'onda.

Il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), lanciata nel 2009, è stata la sonda che ha eseguito la mappatura del suolo lunare da un'orbita molto bassa (circa 50 km).

Tra le molte informazioni scientifiche ricavate dalla missione (obiettivi originari erano: l'analisi della topografia del satellite, lo studio delle radiazioni provenienti dallo spazio profondo nei pressi dell'orbita lunare, la ricerca di depositi di ghiaccio d'acqua presso le regioni polari, là dove era più probabile trovare, ed infine la mappatura ad alta risoluzione  - massima 0.5 m - per la selezione dei futuri siti di allunaggio) la prova degli sbarchi sul satellite avvenuti mezzo secolo fa che smentisce le teorie complottiste.

Il LRO ha infatti  trasmesso le prime fotografie dell'attività umana sulla Luna non riprese dagli stessi equipaggi.

In molti - e non solo i complottisti! - si sono chiesti in passato perché mai i potenti telescopi terrestri o lo stesso telescopio ottico spaziale Hubble, in grado di vedere oggetti lontanissimi, non fossero mai stati puntati sul nostro satellite per fotografare le parti inferiori dei LEM ed i vari rovers abbandonati dagli equipaggi prima del rientro durante le missioni Apollo.
La ragione, spiega Battiston, sta nel fatto che le regioni della Luna illuminate dal Sole che ne riflettono la luce in direzione della Terra creano un effetto abbagliante tale da rendere impossibile la messa a fuoco dei dettagli.

L'orbita bassa del LRO ha permesso invece di scattare le seguenti foto dove non solo si distinguono chiaramente i diversi veicoli spaziali appoggiati sul suolo, ma addirittura si vedono le tracce lasciate dagli pneumatici dei rovers.


Il dato più interessante ottenuto dalla missione è stata la mappatura radar di un'area vicina al polo sud lunare, la cui realizzazione ha richiesto più di due anni di passaggi ravvicinati.
La particolare lunghezza d'onda misurata dai radar identifica combinazioni di atomi di idrogeno ed ossigeno: H2O (acqua) e OH (ossidrile).
L'acqua, a causa della mancanza di una atmosfera, non può esistere sulla superfice: tuttavia risulta presente all'interno del terreno mescolata alla regolite (la polvere lunare).

Non c'è n'è molta di acqua sulla Luna, ma è possibile estrarla dal terreno utilizzando l'energia solare, questa sì abbondantemente disponibile in quanto non esistono nubi o gas atmosferici a schermarla.

Una recentissima indagine portata a termine con osservazioni eseguite dal telescopio aerotrasportato «Sofia» suggerisce l'ipotesi di una insperata abbondanza d'acqua sul nostro satellite naturale.

https://www.lastampa.it/scienza/2020/10/26/news/la-nasa-l-acqua-sulla-luna-c-e-ed-e-piu-accessibile-del-previsto-1.39464307


Può esser utilizzata per ricavare ossigeno da respirare, ma anche per scinderla nelle due componenti che servono come propellente per i razzi.

Poiché il pozzo gravitazionale della Luna è decisamente meno profondo di quello terrestre, potrebbe esser conveniente sfruttare le risorse in loco per rifornire i razzi in vista dell'esplorazione dei pianeti esterni.



Anche su Marte è possibile trovare riserve d'acqua mescolate al terreno (salata).
Su Marte esistevano specchi d'acqua superficiali.
Tuttavia ad un certo punto dell'evoluzione del pianeta, i movimenti convettivi del magma si sono ridotti (si è raffreddato prima della Terra perchè più piccolo) e questo ha determinato la perdita del campo magnetico.  Di conseguenza l'atmosfera si è assottigliata e allo stato liquido l'acqua non può esistere sulla superficie.

Ma la novità è che sono stati trovati ghiacciai superficiali.
Nelle zone d'ombra presso i poli, ma anche in altre aree del pianeta sotto "ghiacciai".

La stessa tecnica di indagine ha trovato sulla Terra un sistema di fiumi e di laghi sotto migliaia di metri di ghiaccio al polo sud.
Ecco la cartografia ricavata per l'Antartide.




Le sorprese non sono finite.
Sono stati scoperti, sempre grazie all'analisi delle onde radar riflesse, dei "ghiacciai di roccia" superficiali.



Questi particolari ghiacciai, dove il ghiaccio è ricoperto da sedimenti rocciosi che lo proteggono dai raggi solari, esistono anche sulla Terra.
Basta rimuovere il sottile strato di polvere e sassi per trovare il ghiaccio.


Ecco i luoghi dove si trovano questi ghiacciai accessibili alle prossime missioni sul pianeta.
La quantità totale è pari a quella dei ghiacci della Groenlandia: non eccessiva ma neppure scarsa.

L'utilizzo dell'acqua su Marte è più difficile rispetto a quella "lunare".  Le frequenti tempeste di sabbia impediscono l'uso continuativo dei pannelli solari (e la maggior distanza dal Sole comporta una minor resa).

Per usare l'acqua per produrre ossigeno e carburante per i razzi è necessaria energia: non potendo prenderla dal Sole si dovrà ricavare da reattori atomici ivi trasportati dalla Terra.


Al termine della conferenza è stato possibile porre domande.
Andrea Moro ha chiesto se la presenza di acqua possa significare la presenza di vita.
Battiston risponde che la scoperta di acqua non ha aumentato significativamente la probabilità di trovare esseri viventi.

Tuttavia ha formulato un'ipotesi molto interessante.

I pianeti orbitano intorno al sistema solare con un periodo fisso e percorsi regolari.
Il sistema solare a sua volta orbita intorno al centro della galassia (ed al suo enorme buco nero) con un periodo di circa 230 milioni di anni con una velocità di circa 220-250 Km/s.
Poichè la galassia è ricca di corpi massicci, il percorso del sistema solare non è un'orbita definita perchè risente di queste "perturbazioni".



Il recente attraversamento del sistema solare effettuato dall'asteroide interstellare "Omuoamua" dimostra come ci sia uno scambio costante di materiale tra i diversi corpi galattici.

La vita (sotto forma di virus o batteri) potrebbe esser arrivata da noi con questa modalità, ma noi stessi potremmo averla "seminata" in giro per la galassia.

La Terra ha circa 5 miliardi di anni, dunque dalla sua formazione ha già compiuto 22/23 rotazioni intorno al centro della galassia (anno galattico).

Esattamente un anno galattico fa - 230 milioni di anni - la Terra si trovava nel periodo Triassico: le alghe costituiscono la maggior parte della vegetazione, per quanto riguarda la flora c'erano soprattutto spugne, la fauna era costituita da pesci ed anfibi giganti (Quali il Mastodontosauro). Era in corso l’orogenesi delle Dolomiti.
Il punto di partenza era lo stesso di oggi, ma chiaramente non all’interno del medesimo braccio, né sulla stessa posizione rispetto al piano galattico.

https://articolidiastronomia.com/2020/08/23/movimenti-sistema-solare/

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